Nawal, l’angelo dei profughi

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Daniela Biella Paoline Editrice – Euro 13,00

L’immagine del bimbo siriano morto sulla spiaggia turca di Bodrum ha fatto il giro del mondo diffusa dalla rete e dai giornali. Per una giornata i calcoli e le meschinerie dei politici
europei e italiani hanno lasciato spazio alla vergogna e alla compassione. Ma siamo certi che passata l’emozione si ritornerà i ritmi lenti della burocrazia, all’esplosione degli egoismi, alle leggi ferree di un’economia che ha dimenticato la faccia dell’uomo.
Per uscire da questa spirale offriamo un piccolo contributo, recensendo questa settimana un bel libro, scritto da Daniela Biella giovane giornalista che scrive di tematiche sociali per la rivista ‘Vita’ e per altre testate nazionali.
La prefazione del libro è del cardinale Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, impegnato in prima linee nell’accoglienza dei profughi.. Nawal è una ragazza di origini marocchine, trapiantata nel catanese, dove vive, studia e lavora. La chiamano l’angelo dei siriani. Dalla Sicilia, aiuta, in modo volontario, migliaia di profughi, a sopravvivere al viaggio della speranza nel Mediterraneo e a non cedere al racket degli ‘scafi sti di terra’ all’arrivo in
Italia.Vive con il cellulare sempre all’orecchio, perché le chiamate di sos dal mare arrivano anche nel cuore della notte. È un punto di riferimento per la Guardia Costiera italiana, lo è stato anche durante l’operazione Mare nostrum: chiede ai migranti alla deriva le coordinate, le comunica ai funzionari che fanno partire i soccorsi.
Passa giornate intere alla stazione ferroviaria di Catania, accogliendo i profughi di passaggio verso il nord Europa nel recuperare dignità e voglia di vivere. Dopo aver scampato la morte sui barconi del mare. Una lettura dura che inquieta, ma necessaria per non indurire il cuore.