La vita responsabile – Christian De Chergè monaco di Tibhirine
L’estate si addice a letture leggere. Giornali e tv ci somministrano ogni giorno una dose così
abbondante di scandali, violenze e ruberie, da provocare un naturale rigetto contro tutto ciò checi obbliga a riflettere e ad interrogarci.
Sotto l’ombrellone le letture preferite sono i cruciverba, i giornali sportivi e l’immancabile gossip.
Altro non c’è. Ci affidiamo pertanto a quella cerchia ristretta di lettori che, anche nel periodo estivo, vuole nutrirsi di qualcosa di solido.
Ecco allora due volumi, particolarmente adatti a questo drammatico periodo storico.
Il primo, “La vita responsabile” (San Paolo, euro 7.50) è di Dietrich Bonhoeffer, teologo
luterano tedesco, fatto impiccare da Hitler nell’aprile del 1945 nel campo di Flossemburg.
A 70 anni di distanza, queste pagine appaiono di una modernità che stordisce e rimandano alle domande fondamentali della vita: che donne e uomini vogliamo essere? O ancora: che cristiani vogliamo essere? Il secondo libro, “Christian De Chergè monaco di Thiberine” di Christophe Henning, ripercorre la straordinaria figura di Christian de Chergè, priore del monastero di Tibhirine in Algeria, rapito insieme a sei confratelli, la notte fra il 26 e 27 marzo 1996, e trovato morto il 21 maggio.
La crisi attuale è antropologica, prima che essere economica e sociale. Stiamo assistendo al proliferare di ogni forma di relativismo ed individualismo, senza che di pari passi sia in atto un’opera di costruzione di principi e valori condivisi. Un mondo, il nostro, spaventato ed
egoista, chiuso nel recinto dell’oggi, senza speranze e senza futuro.
Bonhoeffer e Christian de Chergè, con la loro testimonianza, ci invitano ad evitare scorciatoie e a porre le domande essenziali sul senso della vita e della morte.