L’indicibile tenerezza
Eugenio Borgna è uno dei padri nobili della psichiatria in Italia. Attualmente è primario emerito all’Ospedale maggiore di Novara e libero docente di Clinica delle malattie nervose e mentali all’Università degli studi di Milano. Fra le sue opere più significative ricordiamo: “I conflitti del conoscere. Strutture del sapere ed esperienza della follia”, “Malinconia”, “Di armonia risuona e di follia”, “La dignità ferita e Il tempo e la vita”.
Simone Weil (1909-1934), sorella del matematico Andrè Weil, fu inizialmente vicina al pensiero anarchico e all’eterodossia marxista, per poi abbracciare in un modo del tutto originale la sequela cristiana. Tema centrale della sua riflessione è la presa in carico, fino alla completa donazione, delle sofferenze e del dolore degli ultimi e degli esclusi. La sua produzione letteraria spazia dall’etica alla filosofia politica, dalla metafisica all’estetica fino alla poesia.
“L’indicibile tenerezza” è un vero e proprio diario, nel quale un lettore d’eccezione come Borgna interroga l’enigma di questa giovane donna, che ha attraversato un’epoca di guerre e totalitarismi armata della sua fragilità, della sua intelligenza luminosa, della sua febbrile passione per l’amicizia e la trascendenza.
Una figura complessa quella di Simone Weil; vicina da un lato alle grande figure della mistica e della poesia come Teresa di Lisieux, Etty Hillesum, Madre Teresa di Calcutta, dall’altro proiettata nella politica attiva che la vede partecipare alla guerra civile spagnola e più tardi alla resistenza francese.
Un libro non facile, ma di sicuro arricchimento.